Quasi a fine pomeriggio, quando ormai la stanchezza mentale si fa strada e sto per dare forfait al live twitting e live blogging, ecco che un intervento attira la mia attenzione. Francesco Astolfi, giovane direttore commerciale di Tui, fa una lista delle 10 best practices quando si fa Google Adwords. Nonostante alcuni di questi consigli siano un pelino aggressivi commercialmente, mi è piaciuto. Ecco la sua Top ten:
#1 Basta coda lunga
A volte su alcune keyword è meglio scegliere k generiche e non di long tail, perché la serp potrebbe essere satura di concorrenti e biddare lì costa di più. Fra l’altro in serp così affollate finisce che l’utente clicca su tutto.
Esempio “Capoverde” è meglio di “Capoverde offerte”
Converte meno ma costa 4 volte meno! Ovviamente vanno testate e capito se può convenire (probabilmente per un brand così famoso funziona). A volte il cpa è migliore di una keyword di coda lunga.
Keyword di coda lunga vs keyword di testa
Alta conversione vs bassa conversione
Ipersatura vs non satura
Alti CPC vs bassi CPC
Creatività del Copy limitata vs Creatività
Difficile emergere vs Più facile emergere.
#2 Siate aggressivi con il brand bidding (e usate bene le display url)
Si può usare brand concorrenti (a patto che non siano protetti). Certo a volte potrebbe capitare che qualcuno ci faccia causa.. ma capita raramente! E prima di arrivarci… Si può biddare sui nomi dei fornitori, sui marchi, sui nomi tecnici, e sui concorrenti.
Purtroppo ancora oggi il 40% degli utenti non distingue ppc da organico.
#3 Testare copy corto
Non bisogna per forza usare tutti i 25 caratteri a disposizione. A volte annunci corti funzionano di +. Facciamoci guidare dalla logica di Twitter!
#4 Inserire i prezzi negli annunci
I prezzi convertono anche se non sono reali! E comunque nel turismo il prezzo di 1 volo ora è diverso fra 1 ora.
#5 Ottimizzare per posizione geografica
Usare copy e landing page diverse e puntare sulle città che convertono di più.
Se scopro che a Trieste convertono di + avrò l’interesse a sviluppare annunci mirati e investire di più. E’ importante dividere le campagne per città e non per regione. A volte può convenire inserire il nome della città nel copy, meglio se nell’headline. Altro “trucco”: inserire termini locali, modi di dire, dialetti.
#6 Usare google ad preview
E’ una fonte inesauribile di info. Posso cercare su 1 altro mercato con keyword in lingua diversa e tradurre. Funziona bene! Sopratutto mercati UK e USA.
#7 Evitare keyword dynamic insertion
Tutto cio’ che è automatizzato puo’ essere inefficiente.
(una posizione diversa da quella di Luigi!)
#8 Fare campagne su altri circuiti
Per esempio fare campagne di annunci su gmail funziona molto bene, anche per creare lead.
Possiamo andare a colpire newsletter di concorrenti.
#9 Usare il retargeting
Francesco consiglia di farlo con Analytics per avere un controllo maggiore: è più pulito e meno spammoso.
#10 Lavorare con i sitelinks
Con le campagne potenziate si possono gestire a livello di gruppi di annunci. In ogni caso è buona pratica usarli per le conversioni, non per il CTR. Ha senso arricchire l’esperienza utente, non avere la solita landing page, portare utente verso pagine che convertono di +. Impostare un obiettivo secondario.
Allora, io non sono assolutamente d accordo con molti punti altri si.
Puntare su k generiche… può essere interessante solo se si ha un alto budget, inoltre può essere utile solo per due tre settimane per ricevere dati utili per parole chiave di nicchia che convertono, ma impostare una campagna cosi…direi di no.
2-4-5- assolutamente no, troppo aggressivo e poi disturba l’utente, me in primis, clicco su una cosa e VOGLIO quella cosa
3-6-9- ottimi consigli, soprattutto il 3 un consiglio non banale
10 ormai è d’obbligo naturalmente non mettento cifre a caso 🙂 può funzionare ma mi da un fastidio
Grazie Raffaele, sarei curiosa di sapere cosa ne pensa Francesco 😉