Sono anni che qualcuno sostiene che i blog sono morti. Prima il colpo mortale l’avrebbe dato Facebook, (e io per anni ho girato per convegni con un intervento dal titolo “Facebook non ha ammazzato i blog!“), ora qualcuno se ne esce dando la colpa a Instagram.
Perfino Beppe Servegnini si è posto questa domanda dopo che il Wall Street Journal ha chiuso 8 blog, e prima ancora il New York Times aveva fatto la stessa cosa.
In aula mi chiedono se abbia ancora senso aprire un blog e la risposta è… certo! e ora vi dico perché.
Sono consapevole che oggi i blog sono molto meno interattivi rispetto a quando nacquero; nel 2006, quando aprii il mio primo blog su Firenze, ricevevo decine e decine di commenti sotto ogni post, oggi quasi nessuno scrive più, perché la conversazione si è spostata sui social networks, soprattutto Facebook.
Anche l’engagment che riesco a raggiungere tramite una bella foto su Facebook o Instagram è decisamente maggiore e più facile da ottenere, tant’è che se io avessi un locale, un bar, un ristorante… probabilmente concentrerei il grosso della mia attività sui social.
E allora perché avere un blog? la risposta è semplice. Invito chiunque di voi che state leggendo questo articolo, a cercare una foto o un video di un evento che si è svolto non dico anni fa, ma poniamo 5 o 6 mesi fa. Ecco che la cosa si fa difficile. I social networks sono favolosi per la comunicazione in real time, portano grandi risultati in termini di visibilità a cose che stanno succedendo in questo momento o succederanno a breve, ma tutto ciò che storico scompare nel dimenticatoio.
Al contrario un blog dura per sempre: quando guardo le statistiche dei miei blog vedo che ricevo visite e letture ad articoli scritti 5 o 10 anni fa! Perché grazie a Google le persone atterrano direttamente sulla pagina di loro interesse, a seguito di una ricerca specifica. E l’indice di Google non si dimentica di una pagina se era ben fatta.
Quindi direi che un blog può servire alla visibilità di lungo periodo, e può aiutare a tenere traccia di tutto quello che abbiamo fatto – che so un evento, il lancio di un prodotto o una storia – sapendo però che, se non lo rilanciamo sui Social, quel post non sarà visto da nessuno.
Quindi ci vogliono tutti e due? purtroppo sì.
Oltre a questo c’è anche un motivo tecnico: i blog da sempre attirano backlinks preziosi per la visibilità su Google (chi fa SEO, sa di che cosa sto parlando). I blog post scritti bene sono un ottimo strumento di link earning.
Quindi in conclusione: i blog non sono morti, ma servono per gli approfondimenti. Il Social Media Marketing è un mondo visual, dove ciò che conta è soprattutto l’immagine o il video, non c’è molto spazio o voglia di leggere. Quindi la discussione va bene sui social networks, ma l’approfondimento, soprattutto di qualità, si fa sul blog.
Negli anni ho visto momenti di picco e di calo nella cosiddetta blogosfera; personalmente trovo che in questo momento ci sia una certa vivacità a livello di blog. Penso a tutti i travel & food blog, molti dei quali fatti veramente bene, che seguo: quando devo partire per un viaggio ne consulto alcuni in cerca di ispirazione.
Del resto oggi la distinzione fra blog e sito è veramente labile: Puntarella Rossa è un sito o un blog? Huffington post è un sito o un blog?
Per quanto riguarda la chiusura dei blog dei giornali citati sopra: non mi sorprende. L’informazione così come la viviamo oggi è veramente volatile, tanto per menzionare Twitter. Tutto si brucia in un attimo! Ciò che è successo stamattina, nel pomeriggio è già notizia vecchia.
La trasmissione delle notizie, anche grazie alle dirette e ai live, passa molto dai social. Ha un po’ meno senso sui blog, dove mi aspetterai un dibattito più meditato e di livello, ma forse sui temi dell’attualità manca la voglia.
Detto tutto questo, ammetto che io stessa bloggo molto meno rispetto al passato; sul blog di Firenze in occasione del 10º compleanno ho dichiarato che non avrei più scritto tutti giorni, troppi blog sono sorti come funghi e io mi sono un po’ stancata di dover rincorrere la novità enogastronomica in città, perciò scrivo solo quando ne ho voglia, per esempio quando voglio raccontare una bella storia o una persona che ho conosciuto o qualcosa che ho fatto. E i lettori ci sono sempre. Non quelli portati a forza con campagne di Facebook Advertising, ma quelli che mi seguono da anni, anche sui Social, mi scrivono mail e messaggi, mi hanno voluto incontrare e mi chiedono ancora oggi “dove posso andare a cena sabato sera?“
Brava Elena! Sono d’accordissimo!
Io un commento sul blog te lo lascio, anche se non usa più .
Bel post, sono d’accordo con te, mi spingi a continuare a scrivere sul mio blog.
Ho un blog da due anni e mezzo che piano piano è cresciuto molto, paradossalmente chi mi legge interagisce con me più sul blog che non sulla pagina Fb collegata…
Giusto due giorni fa ho pubblicato un post che ha 350.000 visualizzazioni… insomma, morti direi proprio di no!
Bello, ho appena letto un tuo post. Brava continua cosi.
Io sono un blog… e sto per morire di accidia, un saluto
Stk
ahahaha ma ci sei ancora??? 🙂