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Perché il blog tour di Ciasalpina (che non è un blog tour) ha funzionato

Quest’estate avevo scritto un post sui blogtour, argomento molto dibattuto nella blogosfera: è giusto organizzare eventi per gruppetti di blogger, un po’ come un tempo si facevano i Press Tour, per farsi pubblicità? E i blogger che accettano l’invito, stanno facendo una marchetta o no?

Ho deciso di fare un post sul “bloggerday” organizzato a metà gennaio da Ciasalpina e Ideaturismo. Non un blog tour vero e proprio, in quanto il soggiorno non era offerto; forse meglio definirlo un blog raduno? Certo è che il confine è labile: c’erano comunque quasi 40 fra Food e Travel blogger, c’era un bel programma polposo di cose da fare (discesa in slittino, ciaspolata, sci, cene stellate…) e c’erano alcune aziende “illuminate” che hanno deciso di sponsorizzare l’evento (come la macelleria Massimo Goloso e Hugo Spritz o la pasta Felicetti).

Quindi era davvero un blog tour, pensato per farsi pubblicità?

No. O meglio i blogger che hanno deciso di partecipare l’hanno fatto con uno spirito diverso, non con la sensazione di far parte di un’iniziativa promozionale (anche se è innegabile che i ritorni ci saranno). Bensì con la voglia di stare insieme e divertirsi. Nessun obbligo di postare o twittare. Nessun invito dall’alto, ma una partecipazione dal basso, mossa dal passaparola.

Se io fossi un albergatore direi: “cavoli, invito 40 blogger, vengono da me paganti, e poi mi fanno pubblicità… lo faccio subito!” ma non funzionerebbe. Perché? Perché per Ciasalpina ha funzionato?

La risposta è semplice. Perché Matteo è lui stesso uno spirito da blog, uno che twitta e posta, uno che frequenta i Social Networks, uno che condivide. Uno che ci mette passione. E’ uno che crede nel web e ama condividere l’amore per la sua zona, dove ha deciso di vivere (non è originario della Val di Fassa), e per il suo lavoro. E’ uno di “noi”. Si mette sullo stesso piano.

Diverso sarebbe un albergatore che ci crede poco, e su consiglio di qualche consulente marketing decide di invitare un po’ di blogger e magari – più o meno velatamente – chiede loro di scrivere, fotografare, ecc.

Durante il weekend abbiamo conosciuto anche altri albergatori amici (Hotel Costabella e Pineta hotels) e anche loro mi sono sembrati sulla stessa lunghezza d’onda. Persone gentili, attente a quello che viene detto sul web (e intendo su Twitter, non su Tripadvisor!), pronte a darti un passaggio in slittino se sei congelato dalla paura o ad accoglierti con te caldo e presa per l’iphone dopo una ciaspolata.

 Non ho idea se questa formula sia replicabile. Ma di sicuro funziona. E uno torna a casa con la voglia di raccontare quello che ha fatto non perché “deve”, ma perché si è divertito.

Posto una schermata presa da Facebook, che conferma quello che intendo (parla Cristiano Guidetti di Viaggiovero)

14 commenti all'aricolo “Perché il blog tour di Ciasalpina (che non è un blog tour) ha funzionato

  1. Ti ringrazio per la citazione.
    Confermo anch’io le sensazioni, ho conosciuto Matteo l’ottobre scorso è ho capito subito che era un albergatore diverso.
    Lo vedi da come si approccia sui social, non si limita a parlare della struttura e della sua zona ma interagisce un po’ su tutto come fanno i social addicted!
    Insomma, se avrà un ritorno dal #BloggerDay (e lo spero tanto) se l’è meritato tutto 😀
    ciao ciao

  2. Non so se, come hai detto tu, potrebbe essere replicabile da altri albergatori, ma certo è che questa potrebbe essere la strada giusta. E’ stato bello condividere questo fine settimana con persone che condividevano i tuoi interessi e pronti ad aiutarti se ti vedevano in difficoltà. Abbiamo twittato, facebukkiato (che brutto termine) perchè ci andava di farlo, pechè altre persone potessero dire, wow che bello, andiamoci anche noi!
    La passione è contagiosa!

  3. Bellissimo il tuo post carissima Elena, hai colto nel segno proprio il motivo per cui il #bloggerday è nato.. divertirsi stare assieme e condidere emozioni… ti aspetto quando vieni in valle anche per un caffè.. a presto
    Nicola

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