Eccoci al primo giorno di Internet Festival. Sono qui ufficialmente, nel Social Media Team. Punto di partenza: Ponte di Mezzo, occupato dai celesti stand della manifestazione.
Anche se stavano ancora montando gli stand (giovedi mattina) mi sono fatta un giro al Museo di San Matteo, una delle location dell’Internet Festival di Pisa. E visto che c’era poca gente ne ho approfittato per fare due chiacchere con alcuni degli organizzatori delle mostre previste lì.
Ho conosciuto un gruppo di ragazzi che hanno avuto un’idea davvero carina: PC DONATO. In pratica recuperano vecchi computer (come i Pentium), li smontano e li restituiscono a nuova vita. Come fanno? grazie a Linux, che dicono esser già presente in molti dei nostri device. Un sistema operativo open source che ci fa risparmiare economicamente e energeticamente. Oltre a questo nella loro sede ai Centropassi fanno anche corsi per anziani.
Per ora fanno tutto “aggratis” ma sperano in qualche investitore. O di allargare l’idea ad altre città. Anche perchè i computer da loro riparati vengono poi donati a scuole, biblioteche, enti vari. Nel Museo hanno allestito un simpatico percorso dove poter smontare di persona un computer, e mettere a confronto un pc con Windows e uno con Ubuntu, provando a fare le stesse cose, con macchine diverse. Scoprendo che ci possono essere fino a 20 secondi di tempo di differenza nell’accensione!
Passando oltre c’è una sala che merita una visita (la mostra è aperta nei 4 giorni del Festival, e il sabato fino a mezzanotte) : quella con gli “oggetti” della collezione del Museo del Calcolo.
Dall’aritmometro al calcolatore, sono mostrati alcuni degli antenati dei nostri computer di oggi. Si parte lontano, dal 1880, quando comparvero le prime macchine per fare i calcoli. Per molto tempo si poteva fare poco: sottrazioni o poco più.
Poi la tecnologia evolve. Arrivano macchine più elaborate.
Oggetti ingombranti, ma allo stesso tempo innovative. Ed è bello sentire le storie dietro ad alcune di queste invenzioni, come quella dell’ebreo che barattò la sua sopravvivenza a Buchenwald col progetto.. che poi terminò nel 1948, trovando finanziatori nel Liechtenstein!
Sono esposte una serie di macchine sempre più sofisticate, a volte gigantesche come la “Macchina Ridotta” di Pisa (siamo nel 1957) altre volte tascabili come “Curta” un vero e proprio calcolatore portatile!
Da strumenti puramente meccanici alla loro evoluzione elettronica, grazie a menti geniali come Turing. Proprio a Turing è dedicata anche una bella mostra a fumetti (ne parlo fra poco).
E così si possono ammirare le macchine Olivetti, i primi Apple, i Pc portable che di portable hanno ben poco (tanto che il nome luggable veniva storpiato in laughable!), e il famoso Commodore 64 che rivaleggiava con lo Spectrum…
O l’Amiga che Andy Warhol usò durante una performance al Lincoln Center di New York nel 1985…
Come dicevo poco fa, una saletta è dedicata ad alcune tavole a fumetti di Tuono Pettinato sulla storia di Turing, uno dei padri dell’informatica, che però fece davvero una brutta fine. Molto belle le tavole sul parallelismo fra Hitler e la strega cattiva di Biancaneve (Turing rimase impressionato dalla visione del cartone animato Disney a tal punto che pare non sia un caso che sia morto avvelenato da una mela).
Mi è piaciuta anche questa tavola su cos’è l’intelligenza.
Oltre alla mostra, al fumetto e alle macchine di calcolo, nel Museo ci sono anche le opere di Andrea Boriani: simpatici quadri (si possono definire così?) fatti con floppy disk e altri pezzi HW. Mi sono piaciuti gli omaggi alla Regina Elisabetta, a Clint Eastwood e al robot di Guerre Stellari.
Nel pomeriggio c’è stata l’inaugurazione ufficiale del sindaco, che ha fatto salire la mongolfiera la cui forma mi ricorda qualcosa..
Subito dopo il lancio della mongolfiera, il sindaco e tutta la corte hanno attraversato il Ponte di Mezzo, dove fra un’installazione ardita (video di persone nude proiettati su dei teli) e un palco istituzionale, sono arrivati all’altra sponda dell’Arno. Più precisamente diretti al Palazzo Reale (ma quanto è bello?) per la Lectio Magistralis di Odifreddi.
Ho letto molti tweet contrastanti su di lui, io che l’ho ascoltato devo dire che, a parte qualche passaggio che mi è sfuggito (soprattutto quando parlava di fisica) per il resto l’ho trovato divertente. In ogni caso la sala era piena e tanta gente non è potuta entrare, accontentandosi dei monitor nella hall.
Concludo la giornata con una foto che mi piaceva..
Un commento all'aricolo “Primo giorno all’Internet Festival: fra pc smontati e macchine di calcolo!”