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Social Media nel 2022: a che punto siamo?

Mai come negli ultimi due anni abbiamo assistito a una continua evoluzione nel mondo del social media marketing. Sarà stata la pandemia che ha spinto sempre più utenti online (oltre 500 milioni di persone si sono iscritte per la prima volta su una piattaforma social nel 2020!), sarà che queste App sono ormai mature e non più rivolte a un pubblico esclusivamente di giovanissimi (stanno crescendo gli over65).

Oppure è il fatto che il mondo dei social si è trasformato da luogo di condivisione di contenuti e ricerca informazioni a un vero e proprio strumento di intrattenimento digitale. Nell’estate del 2021 Adam Mosseri (AD di Instagram) l’ha proprio esplicitato: “Instagram non è più una app di condivisione foto/video“. Il boom di Tiktok che infatti non si autodefinisce social network bensì piattaforma di intrattenimento, ci ha insegnato che c’è una grande massa di persone che entra su questi siti semplicemente per svagarsi, così come faresti con la televisione. I content creator, che siano tiktoker, instagrammer o youtuber, che l’hanno capito hanno creato account capaci di coinvolgere il proprio pubblico con video divertenti, istruttivi, utili o semplicemente WOW.

Di conseguenza i big player dietro a tali piattaforme sfornano a ritmo serrato novità e nuove funzioni per i creator, per dar loro modo di sfogare la propria creatività.

Nel mezzo ci stanno le aziende. Le poche “illuminate” che ci investono risorse, soldi e tempo, e la gran parte delle altre che faticano a capire e stare al passo con i tempi. Nella mia esperienza da consulente vedo che a volte le idee migliori possono venire anche da chi ha poco budget, purché disposto a mettersi in gioco. Al contrario ho trovato una certa rigidità in grosse aziende abituate al linguaggio pubblicitario tradizionale.

Vediamo ora alcuni dei trend e punti aperti del 2022

Tiktok vs Instagram: chi vincerà?

La guerra fra Tiktok e Instagram è sempre più agguerrita, sia numerica – entrambi superano il miliardo di utenti a livello mondiale – che di funzionalità. Dopo l’arrivo dei Reel su Instagram nell’estate del 2020, ecco che Tiktok assegna un colpo inaspettato introducendo a inizio 2022 le stories.
Le differenze fra le due piattaforme si assottigliano sempre di più. Rimane una leggera suddivisione generazionale (se è vero che solo il 9% degli utenti su tiktok ha più di 25 anni) ma le dinamiche di utilizzo sono sempre più simili.

E Mark che fine farà?

A inizio anno ha fatto notizia il leggero calo di utenti su Facebook registrato a fine 2021. Per la prima volta in 18 anni il colosso di Mark Zuckerberg ha registrato una lieve contrazione. Per carità non vi allarmate: Facebook ha ancora quasi 3 miliardi di utenti registrati, che ne fanno la piattaforma leader a livello mondiale, se guardiamo i numeri. Ma ci sono alcuni elementi che ci fanno domandare se l’impero di Mark stia cominciando lentamente a sgretolarsi. Oltre all’avanzata di TikTok nei confronti di Instagram, e l’abbandono di Facebook da parte di molti utenti che non sopportano più le polemiche, i commenti di pancia e in generale la pesantezza di questa piattaforma( che ahimè tollera troppo spesso le offese e i post aggressivi), ci sono altri fronti aperti.
La censura “selettiva”, ovvero applicata soltanto su certi argomenti / posizioni (e a volte prendendo qualche granchio), che ha colpito tutta una serie di categorie di utenti, ha spinto alla migrazione su piattaforme più libere come Telegram. Potrei raccontare molte storie di utenti bloccati per aver riportato notizie vere, ma non gradite a FB, o di messaggi di alert per chi ha usato parole tabù, anche quando citavano frasi famosi di film o libri.
E poi ci sarebbero la questione della privacy, che ogni tanto fa capolino, e il problema della presenza massiccia dell’advertising, a causa del crollo della visibilità organica dei post.

Non esiste solo Meta

Se è vero che Facebook, Instagram, Whatsapp etc. ovvero il mondo di Meta, sono le piattaforme con più iscritti, a seguire “resistono” altri social network che si sono consolidati nelle loro aree di riferimento.

Twitter che ancora oggi è leader nell’informazione in tempo reale, è utilizzato nella politica e nella condivisione live di eventi mediatici: come dico spesso in aula “divertitevi” ad aprire Twitter durante un programma televisivo di successo, che possa essere Sanremo, il GFVIP o la finale dei Mondiali. Chi come me ha un background SEO, sa l’importanza di quei link postati su Twitter.

Pinterest è un punto di riferimento per chiunque lavori nel mondo dell’arredamento, giardinaggio, grafica, wedding e molto altro. La sua capacità di ispirazione non è meno di quella di Instagram, ma con molti meno elementi di disturbo. I nuovi formati (Pinterest Idea) generano occasioni di grande visibilità con poco sforzo.

Telegram offre interessanti funzionalità per chi necessita di luoghi di discussione o di scambio informazione. I gruppi sono ben concepiti e consentono una fruizione meno invasiva rispetto ad analoghe piattaforme.

Linkedin è diventato molto di più rispetto a una piattaforma dove cercare/offrire lavoro. Si è profondamente trasformato per adeguarsi alle dinamiche social (condivisioni, reazioni, hashtag) ma non ha ceduto alla follia dell’interazione ad ogni costo.

Una visione omnichannel

Quanto detto finora ci conferma l’importanza di non concentrare tutte le nostre energie su un’unica piattaforma. Sia perché i nostri clienti potrebbero anagraficamente stare su più di una. Sia per evitare che alla chiusura di un account o di una pagina si vanifichi tutto il lavoro fatto. Non mi stancherò mai di ripetere che il vero punto di riferimento per un’azienda è il sito internet. I social network sono un contorno: aiutano ad avere visibilità, a portare traffico sul sito, a creare engagement e a divulgare notizie e informazioni sui propri prodotti, servizi e valori. Ma NON sostituiscono il sito. Spesso non sono neppure il luogo dove avvengono le conversioni, anche se il social commerce sta avanzando prepotentemente.
Riuscire a portare gli utenti dalle piattaforme esterne a una propria mailing list è ancora oggi la sfida più avvincente.

Influencer Marketing

L’Influencer Marketing è ormai maturo. Se finora le iniziative con gli influencer erano appannaggio dei grossi brand che ingaggiavano star e celebrità (Ferragni & C), oggi le piccole realtà hanno capito che anche un micro-influencer può portare ottimi risultati. Che non sono sempre quelli di vendita. Spesso le attività di influencer marketing sono legate a un’azione di branding, che su un territorio locale è molto efficace, oppure vengono messe in atto per la creazione di contenuti (molti si definiscono più content creator che influencer) che possono poi essere utilizzati dalle aziende. Noto anche una maggiore consapevolezza nell’utilizzo degli strumenti, come le insights delle stories. E un’estensione dei settori di utilizzo: non più soltanto moda, turismo e food.

In conclusione

Oggi il social media marketing non può essere qualcosa che si fa avanza tempo, affidando questa attività a qualcuno che in azienda si occupa di altro come fosse la “patata bollente” che nessuno vuole. Deve rientrare in una strategia di comunicazione online e offline.

Purtroppo il SMM richiede molto tempo. I formati che si stanno imponendo su Titktok, Instagram, ma anche su Youtube, sono video corti, con montaggio rapido, audio curato (che sia musicale o parlato) e con una regia di fondo capace di veicolare un messaggio in modo chiaro.

Postare la semplice fotina scattata con lo smartphone senza troppa convinzione non basta più.

Saranno capaci le aziende italiane di fare questo salto?

2 commenti all'aricolo “Social Media nel 2022: a che punto siamo?

  1. Mi pare un’analisi un po’ arretrata: di visione Omnicanale se ne parla ormai da diversi anni e significa non solo una strategia su più canali social ma una gestione sinergica di vari punti di contatto (touchpoint) sia online ma anche offline.
    Un altro punto fondamentale, di cui non si parla in questa “analisi” è il tema Adv, una strategia social per essere efficace deve essere accompagnata da una strategia adv.
    La sfida importante è riuscire ad aiutare sempre di più le aziende a identificare prima di tutto i propri obiettivi, misurabili, raggiungibili e da qui sviluppare una strategia di successo.

    1. Ciao Marco, mi dispiace che trovi l’analisi arretrata, considerato che alcune di queste cose riguardano novità del 2021-2022.
      Certamente Omnicanale include tutti i touchpoint, anche offline, qui nello specifico alludevo alle varie piattaforme social perché ho notato che talvolta le aziende si focalizzano sul duopolio Fb / Ig dimenticandosi delle potenzialità del resto (come Pinterest che dal 2020 in poi ha avuto un vero e proprio rilancio).

      Non ho volutamente parlato di Adv perché credo che meriti un post a sè stante, vista l’importanza che oggi ha assunto nell’attività social. Mentre scrivevo il post in bozza avevo cominciato il paragrafo ma stava venendo davvero lungo! E’ un tema molto articolato. Purtroppo c’è un divario fra quello che tutti noi marketers riteniamo indispensabile e il percepito di molti imprenditori che ancora oggi, sob, non vogliono fare pubblicità sui social (salvo poi lamentarsi dei pochi risultati!!).

      Grazie comunque del tuo commento.

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