Rompo il silenzio sul blog a distanza di un anno. La blogger che è in me si è sentita molto in colpa per non aver aggiornato questo blog (e gli altri blog) come avrei voluto negli ultimi 12 mesi. Ma devo ammettere che è stato un anno frenetico, non che quelli prima fossero stati degli anni di riposo, ma ammetto che il 2019 è stato un anno bello denso.
A inizio 2020 sento la necessità di fermarmi un attimo e, rubando tempo ai miei clienti, analizzare quello che ho fatto negli ultimi 20 anni (sì 20 anni!).
Gennaio 2000 – l’inizio
A fine Gennaio del 2000 feci il colloquio che mi cambiò la vita. Ho iniziato a lavorare con Internet a inizio febbraio del 2000, in piena New Economy. Ero una giovane laureata di 25 anni piena di entusiasmo e voglia di imparare. Ho avuto la fortuna di poterlo fare in una web agency di quelle che forse oggi a Firenze non ci sono più, creata a tavolino da 4 big players. Schiere di programmatori, web designer, content manager, editor e sopratutto un’organigramma ben definito con area commerciale, sviluppo, un direttore generale, un AD (che cambiava un po’ troppo spesso, come raccontai nel blog “Sopravvissuta a 5 AD in 5 anni”!). Lì dentro mi sono fatta le ossa: ho cominciato come assistente al direttore commerciale, imparando a fare un preventivo e a vendere siti web e portali – ho girato tutta la Toscana parlando con albergatori, consorzi e aziende che avevano le idee molto confuse – ma quanto mi è servito! E poi sono cresciuta, passando all’area contenuti e poi al web marketing. Ho imparato tanto e tutto ciò mi ha permesso nel gennaio 2009 di licenziarmi. Rinunciare a un posto fisso per intraprendere una libera professione da consulente.
Gennaio 2009: un nuovo inizio da freelance
Passare alla vita da freelance dopo 10 anni di dipendente è stato… liberatorio. Non mi sono mai pentita, neppure una volta, della mia scelta. E non ho mai dovuto cercare un cliente: non sono di quelle che alza il telefono e digitando numeri a caso chiede “ha bisogno di un sito internet?” oppure “vuole essere più visibile su Google?”. Mai fatto. I clienti, fortunatamente, mi sono arrivati col passaparola spontaneo, oltre che per il fatto che sono molto attiva online.
Certo avere una Partita Iva in Italia comporta molte beghe, non ultima tutta la parte burocratica e fiscale, e le tasse che ci ammazzano. Ma amo il mio lavoro e lo vivo a volte come una missione.
Negli anni il mio lavoro è cambiato. Ho iniziato come consulente SEO. Che vuol dire che mi occupavo di visibilità sui motori di ricerca. Incontravo clienti su clienti con siti non ottimizzati per i motori di ricerca, sui quali (far) mettere mano per crescere. Mi chiamavano chiedendo “perché nessuno mi trova su Google?”
Poi sono arrivati i Social Networks. E le stesse aziende che mi chiamavano per la SEO, ora mi domandano cosa fare con Facebook, o Twitter, o Instagram. Ho passato anni a spiegare ad amministratori delegati, direttori, responsabili vari… cosa servono e perché usarli, o non usarli. E siccome lo facevo con chiarezza, semplicità ed entusiasmo, mi hanno chiesto di raccontarlo anche in aula.
Pian piano l’attività come docente in aula si è affiancata alla consulenza. Tanto che oggi potrei forse dire che siamo al 50% e 50%. Insegno e ho insegnato per varie Università, scuole private, aziende, enti e consorzi. Tengo un corso di Social Media Marketing da così tante edizioni, che potrei recitare slide su slide a memoria, per quante volte l’ho tenuto in aula (pur con gli aggiornamenti).
Gennaio 2020: e ora?
Se devo tirare le somme di questi 10 anni e passa da freelance, dal 2009 al 2019, posso dire di essere soddisfatta, anche se a volte è stato faticoso. Ho lavorato tanto e nel mezzo c’è stata anche la maternità – bellissima, fantastica e travolgente esperienza per una donna – che però ha posto molti paletti alla mia attività lavorativa.
Da un lato non ho certo goduto del periodo di maternità a casa che possono concedersi le dipendenti, nè prima nè dopo il parto: ho lavorato intensamente fino all’8 mese – come ben sa la responsabile del Master in Turismo di Ca’ Foscari che mi ha vista arrivare a Venezia con un pancione enorme! – e dopo 2 settimane che mio figlio era nato ero già a mandar preventivi. Dall’altro lato però via via che lui cresceva ho capito che dovevo rimodulare le mie giornate. Ci sono settimane in cui sono frullo da una parte all’altra dell’Italia, ma ci sono anche giorni in cui so di dover andare io a prenderlo all’asilo o assistere alla sua recita scolastica. E in generale so che quando torno a casa, lui richiede le mie attenzioni e io voglio dargliele.
Per fortuna la vita affettiva non mi ha impedito di portare avanti il mio lavoro: bei progetti, clienti con cui crescere, incontri importanti, tanti convegni. Chiudo gli occhi e vedo facce, numeri, chilometri percorsi. Un giorno di questi devo contare quante ore ho dedicato al web marketing.
E l’ultimo anno? come mai ho postato così poco? anzi nulla?
L’ultimo anno, fra seminari, trasferte, libri pubblicati e clienti, ho avuto il mio bel da fare. Il punto cruciale però è che mi sono accorta di aver postato molto sui miei canali social – in primis Instagram che richiede tanta energia – e meno sui blog. Le conversazioni, le emozioni, le condivisioni dei miei momenti passano tutte dal feed di Instagram e delle sue stories. Lo faccio così tanto che alla fine per qualcuno sono anche una influencer.
Non so cosa mi riserverà il 2020, per ora comincio con 2 panel impegnativi in BTO: nel primo intervisto nientemeno che Tripadvisor. L’altro è dedicato appunto all’influencer marketing. Sono emozionata e un po’ intimorita. Ma ce la metterò tutta.
E chissà fra 10 anni dove sarò.